Storia
La Fondazione Velini Casa-Famiglia si costituì nel 1983 per iniziativa e dotazione patrimoniale della Parrocchia Santo Stefano di Tradate e per essa del suo Parroco Don Antonio Barone.
La Fondazione è intitolata alla Sig.ra Carla Velini, donatrice dello stabile e di una somma iniziale per la necessaria ristrutturazione, nonchè sovvenzionatrice della stessa, annualmente da quando la Casa fu aperta, fino alla sua morte, avvenuta nell' Agosto del 2012.
Aperta in ottobre del 1988 come Casa Albergo per anziani autosufficienti è stata, su richiesta della USSL di Tradate e per evidente necessità assistenziale, trasformata in Casa di Riposo per ospiti non autosufficienti e/o parzialmete autosufficienti; accoglieva allora 27 ospiti.
Nel 2000 si è proceduto, sotto la guida esperta e testarda del Prof. Mario Bianchi, ad un ampliamento della casa portandola a 40 posti letto. Si è ottenuta l’autorizzazione al funzionamento/accreditamento concessa dalla Regione Lombardia il 27 aprile 2004.
Nello statuto della Fondazione Velini leggiamo i due scopi fondamentali, escluso ogni fine di lucro:
"La Fondazione ha scopo di provvedere, in Tradate, all'assistenza sociale e morale, di persone anziane, attraverso la predisposizione ed erogazione di servizi socio-assistenziali, gratuiti o a pagamento, e di prestazioni economiche in denaro e o in natura.
La Fondazione ha lo scopo di attuare, promuovere e divulgare in Tradate, la ricerca, la conoscenza e l'informazione sui problemi degli anziani e sulle possibilità di concorrere alla relativa soluzione, in particolare attraverso prestazioni personali, libere e volontarie.
La Fondazione opera secondo gli indirizzi sociali cristiani e nel vincolo cristiano della Carità". La casa Famiglia Fondazione Velini fu poi inaugurata il 13 Ottobre 1988; nel 1997 fu presentato un progetto di ampliamento della struttura al fine di raggiungere gli attuali 40 posti letto disponibili per anziani non autosufficienti. Nel tempo la Fondazione ha realizzato quotidianamente il suo scopo: assistere gli ospiti con competenza, rispettando l'identità dell'anziano e la sua possibile autonomia. Tutti gli operatori i medici, l'educatrice, il caposala, gli infermieri, il fisioterapista, il personale della cucina e dei servizi hanno condiviso lo sforzo del prendersi cura di essi anzitutto come persone. La casa è stata sottoposta periodicamente ai controlli e sopraluoghi della ASL e la sua struttura è stata adeguata a tutte le normative sanitarie, ricevendo anche un premio qualità della ASL; e ha mantenuto il carattere di luogo aperto alla città, vicino soprattutto alla parrocchia, sede di varie iniziative di incontri tra diverse generazioni...